sabato 20 giugno 2009

L'Italia AGOGO. Fantapolitica estrema.

di Mimmo Loiero

Secondo Clifford D. Simak esistono tantissimi universi. Miliardi e miliardi e miliardi con trilioni e trilioni e trilioni di galassie stelle e pianeti. Quindi, sempre secondo Simak, esistono tantissimi mondi come la Terra. Miliardi e miliardi che a volte differiscono tra loro per particolari piccolissimi o, a volte, enormi. Su una Terra, per esempio, non è mai stata scoperta l’energia atomica, su un’altra la Russia degli zar non è mai stata rovesciata da Lenin, in un altra ancora i Beatles invece di essere un gruppo pop erano banchieri della City. Naturalmente, se esistono miliardi di mondi come la Terra, esistono miliardi di Italie. Magari in una di queste, che sò, Garibaldi non ha mai conquistato il regno delle due Sicilie e quindi a Napoli il problema della spazzatura se lo deve risolvere Francischiello XIV, in un’altra la Calabria non è governata dalla ndrangheta ma dalla sacra corona unita, in un’altra ancora la Carfagna prende il Premio Nobel.
Impossibile?
Non se consideriamo la probabilitł su miliardi e miliardi e miliardi di mondi. Secondo Clifford D. Simak che ha già catalogato con nome ed effemeridi qualche milione di mondi, noi viviamo nell’Italia4US.
Vi ricordate com’era?
C’era la crisi, i debiti, il conflitto d’interessi, le mafie, Tremonti. C’era la Gelmini contestata dagli studenti, un centrosinistra inconcludente e rissoso, una pletora di politici, amministratori, faccendieri che non facevano una mazza e si fottevano un mare di soldi. C’erano i precari, le aziende che chiudevano, i call centers, i poveri e quelli che avevano paura di diventare poveri e se la prendevano con quelli ancora più disgraziati. C’era una crisi finanziaria mondiale che si stava trasformando in una crisi economica e di sistema, c’erano le guerre per il petrolio, il caro-benzina, i mutui a tasso variabile, il crollo dei consumi e la minaccia di fallimento del settore commerciale.
C’erano perfino un Veltroni leader del centrosinistra sgambettato continuamente da D’Alema e un tale Berlusconi con i capelli artificiali presidente del consiglio. C’era perfino una Vladimir Luxuria che aveva vinto un reality chiamato l’Isola dei famosi.
Tutte cose che, del resto, conoscete benissimo.
Nell’Italia4US mancavano tantissime cose. Un sistema di welfare decente, un’assistenza sociale moderna, una qualsivoglia struttura organizzativa per l’impiego e l’avviamento al lavoro, un efficace sistema di controllo della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, una politica per dare un’abitazione a chi non ce l’aveva, un’assistenza sanitaria e per gli anziani, una politica per l’ambiente e per una gestione del ciclo dei rifiuti, un senso dello stato e della responsabilitł civile collettiva, un sistema politico che garantisse partecipazione e democrazia, la speranza e la fiducia in un futuro migliore e tantissime altre cose che ad elencarle ci vorrebbe un mese. Non è che sia andata sempre così.
C’erano stati tempi migliori e peggiori.
Che il paese facesse acqua da tutte le parti lo vedevano tutti salvo quelli che, per non vederlo, indossavano occhiali speciali foderati di prosciutto.
- Il nostro sistema economico è particolare. le nostre banche non sono invischiate nella crisi - Ci dicevano, ed intanto stanziavano un centinaio di miliardi per le banche. Il giorno dopo le borse si bevevano i cento miliardi.
- La crisi sarà affrontata e vinta sul piano mondiale. - Ci vuole il G.20 - Predicavano - e il giorno dopo le borse si bevevano il G.20 e i trilioni investiti.
- Il settore auto è in crisi! Il comparto elettrodomestici è in crisi. Il tessile è in crisi. Il commercio è in crisi - Si disperavano ed intanto nessun provvedimento serio, solo giù soldi che il giorno dopo le borse regolarmente prosciugavano insieme alle speranze.
Un meccanismo diabolico!
Il classico cane che si morde la coda.
Il crollo dell’economia di carta, dei titoli fasulli, dei mutui a basso costo dei derivati e delle altre schifezze, aveva gettato sul lastrico buona parte del settore finanziario. Le borse avevano ovviamente reagito al ribasso e siccome quasi tutte le aziende di quasi tutti i settori, in quasi tutti gli ultimi dieci anni, avevano delocalizzato e investito solo in borsa e nei titoli fasulli, ecco che erano entrate anche loro nel tritacarne della crisi.
Ovvio che le fabbriche chiudessero. Ovvio che i disoccupati, i precari, i sottoccupati aumentassero. Ovvio che i consumi calassero vistosamente e, altrettanto ovvio, che il calo dei consumi desse ancora potenti giri di manovella al vortice della crisi. Così aumentava il numero dei crolli delle aziende, che a sua volta faceva aumentare i disoccupati e gli insicuri, i quali erano costretti a diminuire ancora di più i consumi determinando altre crisi, in un vortice infinito.
Bisognava che qualcuno fermasse quella danza macabra.
Ma come?
Le idee, i rimedi suggeriti, non erano tanti, ma in cambio erano anche stupidi.
- Aumentate i consumi - raccomandava Berlusconi a chi non aveva soldi e aveva già ipotecato la pensione dei nonni.
- Diminuite le tasse sulla tredicesima! Diceva Veltroni mentre milioni di lavoratori la tredicesima non l’avevano già più o non l’avevano mai avuta.
In pratica i pochi provvedimenti si riassumevano in una sola strategia: regalare qualcosa.
Qualcosa agli insegnanti, qualcosa agli statali, qualcosa ai poliziotti, qualcosa alle famiglie. Qualcosa a questo e qualcosa a quello, bonus di qua e bonus di là. Risultato: il rimedio era peggiore del male. Il colmo fu raggiunto quando fu data a qualche milione di dignitosissimi nuovi poveri una Card che regalava la bellezza di 1,3 euro al giorno. Il corrispettivo di mezza pagnotta circa.
E’ una catastrofe! E’ un terremoto! E’ un’alluvione! E’ uno tsunami sociale! Titolavano i giornali.
- Catastrofe? Terremoto? Alluvione?
- Ci vuole la Protezione Sociale! Propose ad un tratto un tizio su un blog su Internet.
- La Protezione Sociale? E che è?
- Semplice! Una cosa che ha fatto nel ‘29 quel comunista di Roosvelt. Invece di sciupare un mare di soldi per fare regali a questo e a quello e che non servono una beneamata mazza, si istituisce un fondo di qualche decina di miliardi, poco più di quanto si è dato alle banche (ma quando ce vò ce vò), e si impiegano tutti ma proprio tutti i giovani, i disoccupati e quelli che perdono il lavoro. Gli si da un salario decente, ma minore del salario normale.
- Un momento! Saranno milioni! Si impiegano a fare che?
- A fare le cose che non si sono mai fatte. La riqualificazione ambientale del territorio, le case per quelli che case non ne hanno, l’assistenza domiciliare agli anziani, la valorizzazione e la messa in attività di tutto il patrimonio dello stato, quello immobiliare per esempio e quello artistico e culturale... Ci sono un mare di cose che non si sono mai fatte e che si potrebbero fare. Che ne so: ristrutturare e rimettere in sicurezza le scuole, ripristinare la vivibilita nei quartieri degradati delle città, riordinare il catasto... Ma soprattutto tutti quei lavoratori saranno impiegati a riqualificare e a rivalorizzare se stessi per rispondere alla domanda di lavoro che non tarderà ad arrivare. Imparando ad usare il computer, a parlare altre lingue, a fare progetti e nuovi mestieri... Potrebbero anche fornire lavoro interinale togliendo questo mercato ai faccendieri, alle finte cooperative che sfruttano e truffano. Inoltre qualche milione di salari sicuri farebbero di nuovo aumentare i consumi contribuendo alla ripresa e togliendo linfa e manodopera alla delinquenza organizzata.
- Ah vorresti ricostruire una nuova pletora di nullafacenti impiegati statali?
- No proprio il contrario. Chi entra nella Protezione Sociale farà di tutto per riqualificarsi ed uscirne per avere un salario più alto e, fino a quando ci sta, si comporta bene perchè il diritto di usufruire della Protezione Sociale è garantito a tutti, ma si può anche perdere con un meccanismo simile a quello della patente a punti.
Figuriamoci se Berlusconi accetta una proposta del genere - pensarono quelli dell’opposizione - Noi comunque è meglio che ci stiamo dentro - propose D’Alema.
- Figuriamoci se quelli del centrosinistra e i sindacati la fanno passare - disse Berlusconi - Noi comunque per adesso diciamo di si, che ci facciamo una bella figura -
- Figuriamoci se non la fanno fuori in aula al momento del voto come hanno fatto altre volte - dissero i sindacati - A noi comunque conviene. Se la dovessero approvare faremmo nuove tessere - Pensarono quelli di CGIL CISL e UGL
Forse perchè nessuno di quelli che contavano ci credeva veramente, forse perchè nessuno di quelli che contavano sapeva più che pesci pigliare, la proposta passò e, per un qualcosa di inspiegabile ma che non è del tutto estraneo alla nostra storia, il progetto fu realizzato al meglio.
Siamo nel 2012 e tra poco ci sono le elezioni. Votiamo di nuovo col vecchio sistema dei collegi uninominali e ci sono pure le primarie.
La crisi è passata e non è stato poi quel gran disastro come in Grecia, in Turchia, in Polonia. Anche la Francia se l’è vista brutta. A noi è andata meglio.
Secondo Clifford D. Simak tra le infinite Italie possibili ce n’è una - si chiama ItaliaAG0G0 - che fino alla fine del 2008 era identica alla nostra e che adesso è nella merda peggio della Turchia della Grecia e della Russia.
Lì la crisi c’è ancora e adesso ci sono le elezioni come da noi.
Pensate che sono candidati di nuovo Veltroni e Berlusconi.
Poveretti!

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