mercoledì 21 marzo 2007

Contro l'accumulo delle cariche politiche ed amministrative

Volete una riforma per rinnovare le classi dirigenti politiche?
Propongo l'assoluto divieto di accumulo delle cariche politiche e/o amministrative (e degli emolumenti relativi)
E' forse la modalità più frequente con cui, soprattutto nel sud, il mondo della politica distrugge ogni possibilità e ogni speranza di riscatto. Il danno più grave non è di carattere finanziario e morale.
Uno che è contemporaneamente sindaco, presidente di Comunità montana, consigliere provinciale, segretario cittadino, consigliere di amministrazione..., non solo ruba gli emolumenti ma impedisce il funzionamento di enti, aziende pubbliche e a volte private, istituzioni. Infatti, anche se ne fosse capace e non lo è mai!!!, non avrebbe la possibilità materiale di assolvere ai tanti mandati.
Il danno non è solo questo, l'accumulo delle cariche distrugge ogni possibilità di riforme e di rinnovamento perché distrugge la convenienza a riformare, mortifica le attese delle persone capaci (soprattutto dei giovani), di coloro che hanno meriti reali e voglia di riformare e che non potranno mai farsi strada in un sistema così bloccato. Uccide anche ogni possibilità di sviluppo perché non vi è sviluppo senza innovazione e non vi può essere innovazione in un sistema dove gli sforzi son tutti per conservare posti e posizioni immeritatamente acquisiti.
Tante volte si lamenta il mancato rinnovamento della classe dirigente, soprattutto nel sud. Ma il primo impedimento al rinnovo della classe dirigente è proprio l'accumulo delle cariche che restringe in maniera drastica le possibilità di accesso, gli spazi e i livelli di partecipazione e di democrazia. Chi accumula cariche accumula anche potere ed utilizza cariche e potere per conquistare ancora cariche e potere, e per impedire che altri, sopratutto quelli esterni al giro, vi entrino.
Il fenomeno non è mai stato studiato in profondità, ma costituisce, soprattutto nel sud, la modalità più comune con cui il cosiddetto ceto politico s'infeuda nel territorio e nelle istituzione ed è anche un modo di... percepire tangenti.
Perché in quale altro modo si possono chiamare una decina di emolumenti da consigliere di amministrazione, presidente, vicepresidente, sindaco, dati alla moglie di un assessore regionale?
(l'esempio è tratto dalla cronaca giudiziaria calabrese).
Nel sud il fenomeno non è per niente nuovo tant'è vero che uno dei primi provvedimenti della rivoluzionaria Repubblica Partenopea, già nel 1799, fu proprio il divieto di accumulo delle cariche.
E' pur vero che la Repubblica Partenopea fu sconfitta dalle orde del cardinale Ruffo.
Ma è anche vero che il cardinale Ruffo è morto e si è dimesso pure Ruini...

lunedì 19 marzo 2007

Il pilorcio digitale e la società dell'informazione

Uno guarda le facce dei politici calabresi, che ne so: Adamo, Amato, Crea, Gentile... e pensa che la Regione Calabria non sia moderna e al passo con i tempi...
Sbagliato! La Regione Calabria è moderna, tecnologica, elettronica, informatica...
Infatti da quasi un decennio spende e spande per autostrade elettroniche, società dell'informazione, e governement e new economy perfino. Già ben 6 anni fa, nel 2001, ha emanato la legge n. 17 del 3 maggio 2001, per lo sviluppo della New Economy. Una legge che prevedeva la istituzione di un portale economico integrato territoriale e un incubatore virtuale per aziende, contro il modesto corrispettivo di qualche miliarduccio (di lire).
- Che sarà mai un portale economico integrato territoriale? E un incubatore virtuale? Sono sicuro che ve lo state chiedendo come me lo sono chiesto io
- Non lo so ma già il nome mi fa venire un pilorcio digitale, tanto che sento il bisogno di informarmi per poi informarvi.
Per essere al passo coi tempi cerco informazioni su Internet. Sui principali motori di ricerca non c'è traccia né di incubatori virtuali calabresi né di portali economici regionali, tantomeno vi sono dei link sul portale della regione, ma c'è l'Urp (Ufficio Relazioni col Pubblico) con un suo sito, da lì posso mandare una mail e avrò subito risposta. Mandare una mail non è facile anche perché non vi é nessun indirizzo e.mail, ma ci sono dei numeri di telefono, ben 5 numeri (0961/856711 -856784 - 856783 - 856708 - 856715) più un numero verde (80 8412 89). Sul numero verde non risponde nessuno, ma, dopo vari tentativi, al 856708 una voce assonnata risponde: chi è?.
Spiego alla signora quello che mi serve e lei, con la voce adesso più sveglia, mi dice che non sa e di aspettare. Dopo alcuni minuti mi ragguaglia, sicura e perentoria: riguarda il lavoro e mi da altri 2 numeri di telefono (0961 727423 - 858440). Dei due un non risponde e all'altro una voce maschile, dopo il chi è? di rito e una nuova richiesta di aspettare mi dice di non sapere niente e mi da ancora un altro numero (0961 - 858445) al quale non risponde nessuno.
Perplesso e un pò incazzato ritorno all'Urp e trovo (non molto evidenziato) un form da compilare e perfino un altro numero di telefono (del dirigente dell'ufficio)., il quale, gentilissimo, dopo avermi spiegato che così purtroppo vanno le cose, mi dice che, ovviamente, lui non ne sa niente ma mi dà ancora un altro numero (0961 856201) ed il nome della responsabile di settore. Al numero risponde un signore che dopo il consueto iter (chi è? Aspettate! Non so niente!) mi dà il numero 0961 856615. Al numero questa volta risponde la responsabile del settore che dice di sapere tutto e di essere disposta perfino ad incontrarmi ma non oggi. Per un appuntamento mi da un altro numero (0961 774091)
Per sapere qualcosa sulla legge 17 del 2001 dovrò aspettare qualche giorno. Voi dovrete aspettare al prossimo numero. Intanto tutti questi numeri giocateveli al lotto. Non si sa mai.

Culodipietra sbarca a Roma

La "classe" politica calabrese ama andare nella capitale. Lo fa tanto di frequente che l'importo totale dei rimborsi e delle spese per "missioni" a Roma di politici amministratori e dirigenti regionali, provinciali e comunali, basterebbe da solo a pagare tutti i debiti dei calabresi con l'Inps che, come pochi sanno, basterebbero a fare una discreta "finanziaria". I culidipietra adorano Roma. Lì, tra l'Aventino e il Quirinale sognano glorie improbabili e combinano puttanate sicure. Al contrario dei centrodestri che si presentavano a Roma, per non infrangere una lunghissima consuetudine, col cappello in mano mendicando soldi, i culidipietra del centrosinistra marciano sulla capitale con spocchia e alterigia, o meglio con una notevole faccia di tolla. Di fronte al governo, novelli intrepidi Brenno, mettono sul piatto della bilancia le miserie della regione (mafia, inefficienza e sottosviluppo), di cui sono in gran parte responsabili, e pretendono un controvalore in soldi o meglio in prebende. Ma i nostri a Roma non si occupano solo di affari di governo, loro, a Roma, dove arrivano seguiti da una piccola corte (sempre a spese del contribuente), fanno di tutto.
- Un convegno sullo sviluppo della Calabria lo facciamo a Cosenza?.
- Ma quando mai si fa a Roma. -
- Un dibattito sulle infrastrutture si fa a Gioia Tauro?
- Macchè a Roma.
- Una conferenza sulla 'ndranghita? a Locri?
- Ma quando mai, a Roma.
- La presentazione di una campagna promozionale per il turismo a Tropea o Soverato?
- Siamo mica scemi, andiamo a Roma.
- Ma a Roma chi se ne impipa?
Il successo a Roma è garantito anche perché spettatori e giornalisti vengono fatti arrivare con treni e autobus dalla madreregione.
A febbraio molte delle sedie di Roma, da quelle vellutate dei palazzi del potere a quelle impagliate delle trattorie e delle enoteche, ospitavano deretani bruttii, onorevoli e non.

giovedì 15 marzo 2007

Riprendiamoci il diritto di voto.

Il diritto di voto è l'espressione più immediata e più vera della democrazia. E' una conquista costata lacrime e sangue ai nostri predecessori. Un diritto che faticò moltissimo ad affermarsi se è vero come è vero che da in Italia solo nel 1946 dopo anni di dittatura e una guerra mondiale, si votò per la prima volta col suffragio universale. Prima del fascismo il diritto di voto era riservato solo agli uomini e prima del 1918 era anche legato al censo, ossia alla situazione economica personale del cittadino.
Ma che cosa è il diritto di voto? Nella sostanza è il diritto dei cittadini, tutti senza alcuna esclusione, di scegliersi gli indirizzi di governo e i propri rappresentanti in seno alle istituzioni. Nella sostanza, in una società complessa come quella attuale, è l'unica maniera con cui il cittadino può partecipare alle attività istituzionali e di governo, l'unica forma che giustifica la parola democrazia (governo del popolo).
Il diritto di voto quindi concettualmente si compone di due diritti: quello di scegliere idee programmi, e indirizzi amministrativi (votare un partito, un gruppo, uno schieramento) e quello di scegliere le persone (votare le persone che a loro volta rappresenteranno anche i territori/città in senso geografico).
L'ultima riforma elettorale, votata dal centrodestra nella scorsa legislatura, ha rubato ai cittadini la seconda metà del diritto di voto, il diritto di votare per le persone.
Tale furto ha leso gravemente un diritto importante dei cittadini, ha abbassato in modo decisivo il tasso di democrazia in Italia, ma ha anche contribuito ad un degrado maggiore del ceto politico:
- Trasformando la democrazia in oligarchia. Di fatto una decina di persone scelgono tutti gli eletti già prima del voto.
- Aumentando la autoreferenzialità dei politici che davvero non rispondono più a nessuno.
- Diminuendo drasticamente la capacità di critica e di autonomia di giudizio dei parlamentari che devono il loro seggio non più al voto dei cittadini ma alla designazione dei loro capi.
- Riducendo sostanzialmente a zero la tendenza al rinnovamento di un ceto politico già logoro, inadeguato ed ora pure inamovibile.
Della riforma elettorale di Berlusconi, pure definita unanimamente porcellum, non viene contestato, da nessuno dei politici e dei partiti, il furto del diritto di voto, il degrado democratico provocato, ma solo l'inadeguatezza nel garantire la governabilità. Nei dibattiti su una nuova riforma, nessuno propone di restituire ai cittadini il diritto di voto, di aumentare il livello di partecipazione, ma solo provvedimenti tendenti a ridurre il numero dei partiti, a dare un maggiore premio al vincitore o dall'altra parte a garantire la vita anche dei piccolissimi partiti, a limitare il premio al vincitore.
Se così stanno le cose e purtroppo stanno proprio così, sarebbe da ingenui aspettarsi che proprio da questo ceto politico arrivi una riforma nella giusta direzione.
E' ora che i cittadini provvedano direttamente al ricambio di questa classe dirigente incominciando a riprendersi integralmente il diritto di voto con la proposta di abrogare la legge porcellum in toto e nello stesso tempo proponendo di aggiungere al vecchio matterellum un primo turno di elezioni primarie e di sbarramento facendola così simile alla legge elettorale dei sindaci che finora ha dato ottimi risultati.

martedì 6 marzo 2007

La campagna di Oliviero Toscani per rilanciare l'immagine della Calabria


E' stata presentata (a Roma?) la campagna di Oliviero Toscani per la Regione Calabria. Una mezza dozzina di foto che diverranno manifesti 6x3 da affiggere nelle grandi città e paginoni su quotidiani e periodici nazionali.
I messaggi di Toscani, con una strategia comunicazionale tutt'altro che originale, ricordano infatti la campagna elettorale di Nichi Vendola in Puglia, sono costituiti da gruppi di giovani sorridenti con T-shirts bianche in varie pose con con le headlines: Terroni? Si, siamo calabresi! Malavitosi? Si, siamo calabresi! Incivili? Si, siamo calabresi! I peggiori? Si, siamo calabresi! Gli ultimi della classe? Si, siamo calabresi! Inaffidabili? Sì, siamo calabresi! A mo' di firma in basso a destra vi è la frase Gli ultimi saranno i primi con il logo della Regione Calabria.
La campagna, nelle dichiarate intenzioni, dovrebbe rilanciare l'immagine della Regione, immaginiamo, a scopo di promozione turistica.
Se non ci fosse da incazzarsi come belve, si potrebbe ironizzare sul vicepresidente che non avendo fatto nulla per produrre l'arrosto, quando era assessore alle attività produttive con un mandato molto ampio, ora che è assessore al turismo, tenta in tutti i modi di vendere il fumo.
Non sappiamo quanti miliardi dei contribuenti costerà questa toscanata. I lanci d'agenzia tutti preoccupati a magnificare l'originalità (sic) del fotografo non si occupano di volgarità come il danaro, ma farebbero bene a farlo perché, ancora una volta, si tratta di milioni di euro buttati al vento fuori da una regione che ne avrebbe disperato bisogno.
Quale promozione turistica? Se dovesse funzionare al 100%, la campagna, convincerebbe tutti quelli che la guardano, che i ragazzi calabresi oltre ad essere molto belli, non sono malavitosi, non sono i peggiori, non sono incivili ecc ecc. Cosa nota e risaputa e quindi del tutto inutile. Come sfondare una porta aperta, fare un buco nell'acqua, portare vasi a Samo, vendere frigoriferi agli eschimesi.
Se i turisti non vengono o non tornano in Calabria non è perchè hanno dubbi sui ragazzi, ma probabilmente perché i depuratori non funzionano, la spazzatura rimane spesso sulla strada, in molti posti scarseggia l'acqua, le strade sono sfasciate e assolutamente prive di segnaletica, c'è poco rispetto della natura, la sanità è uno sfacelo, non ci sono controlli da parte delle istituzioni e quindi pochi delinquenti fanno sembrare la regione un far west...
Per far fronte a tutto questo, per acquisire nuove presenze turistiche, le immagini alla mulino bianco di Oliviero non servono a niente anzi sono olio alla guallera come diceva mio nonno.
Ma allora perché questo ennesimo autogol e perché poi queste immagini, derise sui forum dei giovani, riscuotono invece consensi da parte di molti politici regionali?
Perché probabilmente l'obiettivo vero (e non dichiarabile) della campagna Toscani è un altro. Una furbata alla 5th ave. Cerchiamo di analizzarla. Innanzi tutto i destinatari del messaggio (il Target) non sono i potenziali turisti bensì i cittadini italiani in genere e soprattutto gli elettori calabresi stanchi sconvolti e scandalizzati dalle figure meschine di un ceto politico calabrese inconcludente, rissoso, corrotto e, per un buon numero indagato, rinviato a giudizio, spesso anche condannato che si autoperpetua. L'obiettivo da raggiungere non è di aumentare le presenze turistiche bensì di ottenere una assoluzione generalizzata e una qualsivoglia rinnovata credibilità oramai persa irrimediabilmente. La strategia comunicazionale, un vero capolavoro, è quella del capro espiatorio: i ragazzi innocenti al posto dei politici impresentabili. Siamo tutti calabresi se condannate noi, condannate pure loro, se assolvete loro, assolvete pure noi.
Non per niente si ricorre al linguaggio evangelico per fare una promessa che non costa niente che è sicuro che non può essere mantenuta... una promessa messianica: gli ultimi saranno i primi... Quando? Dove? Come? Con quali soldi?
Come tutti sanno la pubblicità non funziona su piani razionali, ma su piani emozionali e per condizionamenti pawloviani; per associazione di idee vengono attribuite al prodotto immagini che il messaggio pubblicitario con la suggestione vi ha collegato. Guardo un campari e vedo fascinosi transessuali del jet set, guardo una utilitaria e vedo pantere e giaguari vestiti da donna... guardo le facce di tolla dei politici calabresi e vedo le facce fresche dei ragazzi reggini...
Funzionerà? Quien sabe!
Speriamo non funzioni molto che in tal caso si avrebbe un effetto all'incontrario: guardo le facce fresche e pulite dei ragazzi e vedo le facce di tolla dei politici. Che un incubo!

A proposito della campagna di Oliviero Toscani sulla Calabria


...tutto bello, tutto suggestivo come uno sballo da estasi (inteso non come droga): bianche magliette come bianco fiore, bianco dash, bianco natale, voci bianche, mulino bianco...
Ma certa pubblicità come il canto delle sirene è fatto per ammaliare i gonzi e i gonzi, purtroppo e per l'ennesima volta, sono proprio i calabresi (quelli più maturi ché i giovani speriamo che se ne fottano). Solo ai calabresi è dedicata la campagna propagandistica-mistico-consolatoria di Adamo/Toscani. Perchè dimentichino l'orrenda realtà di tutti i giorni fatta di inefficienza, sprechi, corruzione, incapacità, arroganza, cinismo di una classe dirigente, soprattuto politica, che si autoperpetua per discendenza all'interno del clan/partito o tutt'al più per cooptazione tra gli amici e gli amici degli amici.
... Terroni? Malavitosi? Incivili? I peggiori? Gli ultimi della classe? Inaffidabili?... Nessuno al mondo (tranne Adamo/Toscani) ha mai pensato di affibiare questi appellativi ai ragazzini con la maglietta bianca.
Ai politici sì. Provate a sostituire mentalmente la foto dei ragazzi in maglietta bianca con la foto dei politici calabresi (di destra di centro di sinistra) e vedete che effetto.
Altro che pregiudizi!
...Sì siamo calabresi! E possiamo andare fieri di molte cose. Non certo di chi ci governa e del modo come siamo governati.
...Gli ultimi saranno i primi??? Chissa? Ma la strada è lunga e dolorosa. Occorre ...rivoltare la Calabria come un calzino... lo diceva perfino il buon Agazio fino a poco tempo fa. Ci vuole una vera e propria rivoluzione...
Purtroppo la rivoluzione non è un pranzo di gala.
E neanche un pic-nic sui prati con maglietta biancodash e sorriso benetton.