sabato 20 giugno 2009

Come siamo arrivati a questo punto?

di Mimmo Loiero

Piove fango sulla politica di centro destra e sinistra
Come siamo arrivati a questo punto?
E per noi c’è ancora speranza?

In questo articolo vi parlo di delinquenza politica. Della questione che viene chiamata morale ma che invece è, prima di tutto, una questione politica.
Lo faccio perchè oggi se ne parla per ogni dove, anche a vanvera. Perché dopo la bolla immobiliare sta ri/scoppiando la bolla, infetta e maleodorante, della corruzione politica. E dire che, solo alcuni mesi fa, chi ne parlava veniva messo all’indice, tacciato di antipolitica. Se se ne parla ora è anche merito del presidente Napolitano che, dopo aver fatto scoprire ai “candidi” che i lavoratori muoiono sui cantieri e nelle fabbriche, con questa ultima uscita, sta facendo scoprire, a chi ha gli occhi foderati di prosciutto, che tangentopoli non è mai finita e che al sud la corruzione ha toccato il punto di non ritorno.
Evidentemente far fuori De Magistris non è poi servito a molto. La corruzione è come i torrenti carsici: si insabbia di qua e viene fuori di là.
Non farò la cronaca giudiziaria perchè la si può trovare sui giornali ed in TV con tanto di riproduzione sceneggiata delle intercettazioni. E poi appassionarsi ai singoli episodi politico-giudiziari calabresi, napoletani, siciliani, pugliesi, lucani, abruzzesi, toscani, milanesi... fa perdere di vista il quadro d’insieme.
Che cercherò di sintetizzare in tre punti:
1 - La metastasi corruttiva è presente, dove più dove meno, in tutto il corpo politico istituzionale amministrativo nazionale.
2 - Questa politica, questi partiti, per come sono diventati, non hanno nessun interesse a rinunciare alla corruzione. In una situazione di mancanza assoluta di organizzazione, programmi, progetti e tensioni
ideali, i soldi (e le promesse corruttive) servono a comprare il consenso, che serve ad ottenere il potere, che serve a fare più soldi e più promesse corruttive, per comprare altri consensi per avere altro potere e così via in un carosello infernale che non ha mai fine.
3 - In una situazione di debolezza complessiva dovuta anche alla crisi economico-finanziaria, questa metastasi può essere mortale. Per la stessa classe dirigente, se il paese ha la forza di metterla in discussione e di levarsela di torno. Per il paese se questa classe dirigente, ancora una volta, resterł, a marcire e a moltiplicare il marciume, sulle poltrone di comando.
Ma come si è arrivati a questo punto? Non è stato facile nè rapido nè indolore.
C’è voluta una vera e propria controriforma politica (ma anche economica istituzionale e culturale) che è durata anni e che ancora non è finita.
Vediamone i punti essenziali.
- Abolizione dei luoghi di dibattito e delle funzioni di controllo politico (sezioni, comitati, federazioni, giornali, assemblee, riunioni, militanti, scuole di partito, elezioni di delegati etc).
- Riforme elettorali a catena che hanno portato alla totale incomprensione dei meccanismi elettivi e alla sostanziale sottrazione del diritto di scegliere i propri rappresentanti.
- Riforme istituzionali tese a portare i meccanismi di comando nelle mani di una sola persona e ad eliminare i meccanismi di controllo politico e istituzionale (potenziamento esagerato degli esecutivi e dequalificazione delle funzioni legislative e di controllo di tutte le assemblee elettive - dai consigli di quartiere al senato della repubblica passando attraverso i consigli comunali provinciali e regionali).
- Provvedimenti legislativi e politici tesi a depotenziare funzioni di controllo (TAR, Corte costituzionale, Consiglio di stato, Corte dei Conti etc.) e a rendere oneroso e difficile il ricorso dei cittadini agli stessi.
- Comportamenti politici ed istituzionali e provvedimenti legislativi tesi ad addomesticare la magistratura e anche a politicizzarla per rendere inefficaci e privi di forza morale le azioni di controllo sui comportamenti corruttivi.
- Provvedimenti legislativi per sottrarre al controllo giudiziario tutte le cariche dello stato e degli enti.
Occorre aggiungere anche tutti quei comportamenti politici e legislativi tesi a svilire e indebolire ogni tipo di controllo dal basso (sindacale, assembleare, di movimento, e perfino di dibattito su internet) con l’accusa di antipolitico e quindi comunista e quindi terrorista.
Una controriforma non del tutto incontrastata se è vero come è vero che in questi anni sono stati espulsi dalla politica migliaia di militanti, dirigenti di base e (pochi) vertici.
Per giungere a una situazione che, come ammette persino Napolitano, è gravissima, perchè il bubbone è ad un grado di suppurazione massimo e non si può fare a meno di intervenire.
In campo ci sarebbero due “proposte” che sembrano contrapposte ma paradossalmente sono uguali o comunque portano allo stesso risultato: quello di camuffare la situazione e fottere ancora il popolo.
Da una parte si vorrebbe ancora agire sull’eliminazione dei controlli e aumentare le zone di impunitł e dall’altra far cadere qualche testa come simbolo di ravvedimento e magari utilizzare ancora i magistrati nelle guerre interne.
C’è una terza via. Si chiama cambiamento.Dipende soprattutto da noi. Noi abbiamo il potere di farlo. In America con un anno e mezzo di campagna elettorale (da noi oramai dura solo un mese) E' stata cambiata tutta una classe dirigente e con essa la politica estera, la politica economica, ambientale, sociale...
Per noi c’e ancora speranza?

Nessun commento:

Posta un commento

Tu cosa ne pensi?