lunedì 15 dicembre 2008

Dopo la nanotecnologia ecco la nanopolitica

Puttanate, mangia mangia, sud, sinistra e apprendisti stregoni
di Mimmo Loiero

Le nanopolitiche si chiamano così non solo perché sono di bassa lega come l’affaire Alitalia, tanto caro al presidente del consiglio spesso (irrispettosamente) chiamato nano, ma anche perchè dei politici veramente piccoli si occupano di cose infinitamente piccole.
Nanopolitiche come nanotecnologie.
Con la differenza che le nanotecnologie funzionano e sono utili a tutti, le nanopolitiche funzionano e sono utili solo a distogliere l’attenzione dei cittadini dai problemi veri e seri.
Tutto questo mentre l’economia occidentale, diventata un colosso (finanziario), con i piedi (produttivi e commerciali) da nano, non si regge piØ e si avvia a fare un tonfo che quello del ‘29 al confronto sembrerł un piccolo inciampo.
Tutto questo mentre lavoratori, sinistra e sud escono di scena e perfino i loro nomi spariscono dal linguaggio politico e mediatico.
Tutto questo mentre incauti apprendisti in neoorbace o camicia verde, sfruculiano, per interessi molto concreti e moderni, fantasmi e demoni molto antichi ma sempre vivi e vitali (razza religione e nazione). fantasmi e demoni che poi non saranno assolutamente in grado di controllare e che possono ridurre l’italietta a regione balcanica.
Cominciamo dall’affare Alitalia che non è, come dicono e come vorrebbero farci credere, il salvataggio di una azienda statale decotta, ma un vero e proprio affare peraltro molto sporco. L’ennesima sostanziosa portata di una pantagruelica orgiastica scorpacciata, iniziata negli anni ‘90, e che terminerł solo quando l’ultima briciola (le Ferrovie, le Poste, la Rai) dell’immensa ricchezza che costituiva il capitalismo di stato italiano, sarł stata divorata, distrutta e dilapidata.
Ancora ai primi anni ‘90, lo stato italiano, pur se indebitato (meno perś di quanto lo è oggi), possedeva un vero e proprio impero economico costituito da aziende che facevano di tutto e producevano di tutto (petrolio, gas, energia elettrica, treni, aerei, navi, radio, televisioni, case, strade, acqua, scuole, ospedali, porti, aeroporti, musei... e perfino, alberghi, pasta, auto, vestiti).
Lo chiamavano capitalismo di stato ed in Europa era secondo solo al capitalismo di stato sovietico. Questo colosso forniva servizi e prodotti, spesso di buona qualitł, a prezzi moderatamente bassi e dava lavoro a milioni di persone. Non senza problemi di efficienza, spreco, clientelismo, corruzione. Non per niente è entrato in tangentopoli dalla porta principale.
Oggi, dopo poco piØ di un decennio, di questo colosso resta poco. Ma non perchè è passato di mano, acquistato dai privati. Perchè è stato divorato, dilapidato, parcellizzato, delocalizzato, sputtanato, bruciato nel peggiore dei modi.
Oggi lo stato è più indebitato di allora.
Oggi i lavoratori son piØ sfruttati piØ precari, piØ terrorizzati dalla perdita del lavoro e meno pagati di allora.
Oggi i consumatori pagano salatissimo servizi e prodotti peggiorati come qualitł, come efficienza e soprattutto come sicurezza rispetto a quelli forniti dalle aziende di stato.
Chi ci ha guadagnato quindi dalla dismissione del capitalismo di stato italiano? Dalla liquidazione truffaldina di un impero economico bruciato come offerta sacrificale sull’altare di un liberalismo economico che, per lo meno in Italia, non Å mai esistito?
L’affare Alitalia è un esempio che spiega come è accaduto tutto questo.
Spiega come è nata ed è cresciuta la razza degli squali da seconda repubblica. I furbetti delle privatizzazioni, i geni della finanza creativa, i palazzinari che dal mattone passano alle cartolarizzazioni e alla scalata alle banche, i valorosi cavalieri di ventura con i loro scudieri politici che aprono le porte, danno concessioni e consigli, promuovono o bloccano business, fanno e disfano leggi ad personam, smussano angoli e ostacoli. Ovviamente in cambio di soldi, consenso, potere. Nessuno da niente per niente.
Solo pochi anni fa Alitalia era una compagnia aerea al top nel panorama dei vettori mondiali. Solo due anni fa poteva fare un accordo alla pari con i vettori leaders europei. Solo quattro mesi fa poteva essere venduta in blocco ad Air France (tre miliardi di debiti compresi) e con solo 1600 licenziamenti per 1.600 milioni.
Oggi viene acquistata (senza i tre miliardi di debiti e con tremila licenziati) per trecento miseri milioni, da un suo concorrente interno (Air One) pieno di debiti e a capo di una cordata che sarł ri/cordata piØ o meno come la Banda Bassotti.
Domani sarł rivenduta, in un modo o nell’altro e per meno, magari allo stesso vettore internazionale che ieri era disposto a pagarla di più. Tutto questo con procedure scellerate, leggi ad personam e facendo pagare il conto al contribuente che si deve accollare la bad company, i tre miliardi di debiti ed il costo dei licenziati, e al consumatore che pagherł di piØ perchè diminuisce la concorrenza. Dopo essersi accollati trecento milioni di prestito-ponte.
Tutto questo per far ingrassare gli squaletti di turno. Ma non solo. C’è anche, e non è poco, la sistemazione di Malpensa a svantaggio di Fiumicino.
Un altro vantaggio per il nord ed un ennesimo calcio in culo al sud. Un film gił visto per le privatizzazioni e svendite passate e che dovremo rivedere per quelle che verranno.
Di tutta questa schifezza il Walter con amici e compagni, pur se impegnati a scannarsi tra di loro, han fatto di tutto per accaparrarsi un po’ di merito.
E ci sono riusciti!
Questa schifezza come le altre precedenti è anche merito loro!
La sinistra fantasmatico-radicale invece, le poche volte che riesce ad andare in TV, non fa altro che ripetere che non vuole fare polemiche.
E per non fare polemiche, in coerenza con la nanopolitica del centrodestra, educatamente puntualizza, sottolinea, ribatte... sui grembiulini che la ministra Gelmini vuole imporre agli scolari, sui diritti dei travestiti e delle puttane che la Carfagna vuole buttar via dalle strade, sulle telefonate da mezzano del presidente del consiglio, sulla questione se Abdul a Milano sia stato ammazzato a bastonate perchÄ ladro di biscotti o perchè nero.
Come se la cosa possa essere considerata piØ grave o meno grave nell’un caso o nell’altro.
Naturalmente ognuno si pone i problemi che vuole ma non ci si piange addosso se non prendono voti e non ci si meraviglia se un Grillo conquista le piazze o se un Tremonti bacia il santino di carlomarx.
Come si usa dire: non c’è problema.
Non c’è infatti un problema della sinistra in Italia.
La sinistra è il problema attuale dell’Italia.
Perchè ha rinunciato a governare riformando e innovando quando ne ha avuto il mandato, il potere e la responsabilitł.
Perchè non svolge il ruolo di opposizione attuando controlli veri e proposte politiche alternative.
Perchè non ha chiaro e definito un progetto con il quale riunire gli interessi e le energie della maggioranza del paese. Compreso quelli che hanno votato Berlusconi per trovare una soluzione qualunque all’incapacitł del governo di centrosinistra di raccogliere perfino la spazzatura.
Perchè, infine, questa sinistra, senza differenza tra quella radicale, quella riformista, quella cattolica, quella ambientalista, quella sessantottina..., nè tutte insieme, nè separatamente riescono a capire e a sputtanare il progetto politico di questo centrodestra che invece un progetto chiaro ce l’ha.
Si basa su tre punti: diritti dei lavoratori, sud e partecipazione politica.
Il progetto è semplice.
Abolire tutti e tre.
Molti degli strumenti legislativi necessari per realizzare questo progetto sono gił stati approvati o sono in corso di approvazione (leggi sull’immunitł ed impunitł di chi comanda, abolizione delle tasse per i ceti piØ abbienti, leggi e regolamenti di polizia e di pulizia delle strade, provvedimenti tesi ad abolire o comunque a depotenziare l’informazione politica, legge elettorale europea, riforme del sistema legislativo tese ad abolire l’autonomia della magistratura, il cosiddetto federalismo fiscale).
Provvedimenti e leggi che non sarebbero passati ma avrebbero scatenato una rivoluzione se il ceto medio e la classe lavoratrice non fossero stati messi in ginocchio da operazioni di natura economica come il blocco delle remunerazioni, la istituzione del lavoro precario, la crescita incontrollata di prezzi e tariffe, l’impoverimento in seguito ad operazioni truffaldine come le speculazioni finanziarie ed i mutui immobiliari.
Il consenso di cui gode Berlusconi è anche basato sull’impoverimento politico ed economico dei lavoratori e del ceto medio.
E sulla paura.
Una paura artificiale. In parte scatenata da eventi e campagne propagandistiche internazionali (guerre e terrorismo) ed in parte di origine nostrana.
Incauti apprendisti stregoni in neoorbace o camicia verde non esitano ad evocare demoni e fantasmi (questioni di razza etnia religione) che poi non saranno in grado di controllare.
Giocano con le ampolle d’acqua i bossisti, con i simboli celtici gli ex fascisti e oggi sindaci delle libertł. Ed intanto si levano i roghi, si organizzano raid e spedizioni punitive, si scatenano scontri etnici e la camorra e le mafie vestono manti e cappucci da Ku Klux Clan.
A Milano, l’ha visto tutt’Italia nei TG, nell’ultima manifestazione dei leghisti campeggiava uno striscione enorme con su scritto: libertł per il nord.
Sulle spigge calabresi siciliane pugliesi napoletane i giovani ballano le tarantelle e imparano vecchi canti di briganti.

Mala tempora currunt

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