lunedì 19 marzo 2007

Culodipietra sbarca a Roma

La "classe" politica calabrese ama andare nella capitale. Lo fa tanto di frequente che l'importo totale dei rimborsi e delle spese per "missioni" a Roma di politici amministratori e dirigenti regionali, provinciali e comunali, basterebbe da solo a pagare tutti i debiti dei calabresi con l'Inps che, come pochi sanno, basterebbero a fare una discreta "finanziaria". I culidipietra adorano Roma. Lì, tra l'Aventino e il Quirinale sognano glorie improbabili e combinano puttanate sicure. Al contrario dei centrodestri che si presentavano a Roma, per non infrangere una lunghissima consuetudine, col cappello in mano mendicando soldi, i culidipietra del centrosinistra marciano sulla capitale con spocchia e alterigia, o meglio con una notevole faccia di tolla. Di fronte al governo, novelli intrepidi Brenno, mettono sul piatto della bilancia le miserie della regione (mafia, inefficienza e sottosviluppo), di cui sono in gran parte responsabili, e pretendono un controvalore in soldi o meglio in prebende. Ma i nostri a Roma non si occupano solo di affari di governo, loro, a Roma, dove arrivano seguiti da una piccola corte (sempre a spese del contribuente), fanno di tutto.
- Un convegno sullo sviluppo della Calabria lo facciamo a Cosenza?.
- Ma quando mai si fa a Roma. -
- Un dibattito sulle infrastrutture si fa a Gioia Tauro?
- Macchè a Roma.
- Una conferenza sulla 'ndranghita? a Locri?
- Ma quando mai, a Roma.
- La presentazione di una campagna promozionale per il turismo a Tropea o Soverato?
- Siamo mica scemi, andiamo a Roma.
- Ma a Roma chi se ne impipa?
Il successo a Roma è garantito anche perché spettatori e giornalisti vengono fatti arrivare con treni e autobus dalla madreregione.
A febbraio molte delle sedie di Roma, da quelle vellutate dei palazzi del potere a quelle impagliate delle trattorie e delle enoteche, ospitavano deretani bruttii, onorevoli e non.

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